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Channel: DES-ART-CHITECTURE

Magis, Salone 2010

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Spun
Tra le collezioni più convincenti presentate al Salone di quest'anno, spicca sicuramente quella di Magis. L'azienda veneta infatti non ha per nulla deluso le aspettative, introducendo nella sua scuderia nuovi designer e confermandone altri con cui collabora già da tempo.

Il rapporto continuativo che quest'azienda costruisce con i progettisti che coinvolge sembra infatti essere proprio una delle sue carte vincenti. Anche la ricerca sui materiali e sulle tipologie dei linguaggi proposti sono senz'altro punti di forza. E' in quest'ottica che s'inquadra il rilancio della produzione di sedute per cui sono stati introdotti tre nuovi nomi, Tom Dixon, Jaime Hayon e Martino Gamper, che dalla rimanipolazione delle sue ormai conosciute 100 sedie in edizione limitata si è confrontato per la prima volta con la dimensione della produzione industriale. Sempre puntando su innovazione e ricerca, molto interessante la nuova seduta Spun Chair proposta dal designer inglese Thomas Heatherwick: inaspettata e roteante, è realizzata con la tecnica dello stampaggio rotazionale. E' stata svelata anche l'idea di una libreria-modulo battezzata Minimal Shelf che l'azienda sta progettando con Zaha Hadid, utilizzando l'innovativo legno liquido, biodegradabile e ricicalbile al cento per cento e che sarà sicuramente il prodotto di punta del Salone 2011.

Cyborg 

design by Marcel Wanders.

     
Vigna 

design by Martino Gamper.

       
Mesh tom dixon

design by Tom Dixon.


Feel the Harmony - Shanghai 2010

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Non si può certo dire che l'Expo Shanghai 2010 Better City, Better Life non sia estremamente interessante almeno dal punto di vista della sperimentazione architettonica.

Molti sono i padiglioni che meritano un occhio di riguardo ed il primo che segnaliamo è quello austriaco, disegnato dagli architetti viennesi SPAN (Matias del Campo & Sandra Manninger, entrambi classe 1970) & Zeytinoglu (Arkan Zeytinoglu), vincitori nel 2009 del concorso di progettazione.

 

Una struttura su due livelli costituita da complesse geometrie curvilinee sapientemente calibrate, rivestita da una pelle in ceramica costituita da oltre 10 milioni di piccole piastrelle ottagonali la cui colorazione sfuma gradualmente dal rosso al bianco, chiaro omaggio alla bandiera nazionale austriaca.

 

In perfetta coerenza totale col tema del padiglione “Feel the Harmony”, il concept progettuale traduce l'idea di continuità esprimendola sia nelle superfici delle pareti, dove le giunte sono bandite, che nella fluidità degli spazi interni ed esterni, che nella sfumatura dei passaggi cromatici.

Ed è su questa scia che si costruiscono le relazioni spaziali: una rappresentazione  simbolica dei principi di equilibrio, separazione e simbiosi tra città e campagna. Paesaggi astratti e spazi sensoriali generano un movimento ritmico continuo, dallo spazio naturale a quello urbano condensato.

 

I riferimenti ai linguaggi dell'architettura hadidiana sono palesi ma ben vengano se il risultato sorprende ed emoziona...

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Photos © Maria Ziegelböck

Il double-decker si rinnova

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Passano il nostro esame a pieni voti i nuovi double-decker buses di Londra co-progettati da Thomas Heatherwick in collaborazione con il produttore di autobus del Gruppo Wright.

Pare entreranno in funzione entro il 2012 e saranno più eco e meno rumorosi del comunque amatissimo Routemaster, indelebilmente impresso nella memoria visiva che ciascuno associa indiscutibilmente alla città di Londra. Nonostante la buona riuscita di questo nuovo progetto, l'affezione nostalgica ci fa sperare che non li sostituiscano del tutto...

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via Dezeen.

EMBT e il padiglione spagnolo di Shangai

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Un enorme e sensuale scultura di vimini dalla geometria complessa e accattivante. Ecco come appare il padiglione spagnolo progettato dallo studio catalano E
MBT, ormai guidato da parecchi anni con molta grinta da Benedetta Tagliabue, dopo la morte del grande Enric Miralles nel 2000. L’innovativo progetto strutturale intreccia sulla facciata esterna una complessa struttura metallica tubolare con un telaio tradizionale in vimini. Combina la sostenibilità di oltre ottomila pannelli di vimini ad una struttura di acciaio e vetro tecnologicamente avanzata, studiata dall’ingegnere Julio Martínez Calzón dello studio MC2.

La realizzazione di volumi dalle geometrie così complesse associata all’utilizzo di un materiale come il vimini non deve aver comportato poche difficoltà. Ma il risultato è eccezionale: al di là dell’appealing estetico soggettivo, proprio l’utilizzo di un materiale così inaspettato e tradizionale costituisce sicuramente il grande punto di forza del progetto. Il vimini, materiale tradizionale e sostenibile, viene re-inventato per quest’occasione. E l’alta sperimentazione di quest’approccio costruttivo non sta passando inosservata considerando il successo che il padiglione sta riscuotendo.

  

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Più info e immagini qui.

Photos by Iñigo Bujedo Aguirre.

Balancity

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Ovvero un progetto in equilibrio (precario o meno, dipende dai punti di vista) tra innovazione e tradizione, natura e urbanizzazione, identità e globalizzazione. È quello che lo studio Schmidhuber + Kaindl ha sviluppato per il padiglione tedesco dell'Expo di Shanghai.

E' stato pensato quale rappresentazione delle dinamiche che sottendono la città contemporanea. Nei seimila metri quadrati che occupa, collocandosi nelle immediate vicinanze dei padiglioni francese e svizzero, quello che emerge è un forte dinamismo, sia nel percorso offerto al visitatore che nell'architettura stessa del padiglione.

Una vera e propria scultura tridimensionale riflette l'equilibrio tra la densità della città contemporanea e le stratificazioni storiche degli spazi che la costituiscono, con i suoi vuoti e la necessità sempre in crescita di collocare nuove funzioni. I volumi prendono così forma dall'intersezione di quattro volumi ciascuno dei quali, se isolato, sarebbe in  situazione di totale instabilità. E l’equilibrio è garantito proprio dalle relazioni che s'instaurano tra di loro, sostenendosi a vicenda.

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Photos © Yovohagrafie, German Pavilion

... e qualche renders:

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Un diamante per Blackberry

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E dopo aver intaccato come un virus edifici, orologi, scarpe e la maggior parte degli oggetti che coinvolgono la nostra vita quotidiana, il concept dello sfaccettato potrebbe coinvolgere anche i nostri blackberry!

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Valchiria tecnoscenica alla Scala

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Valchiria1 da la republica

Nonostante le polemiche e le critiche che ha scaturito, a noi la scenografia della Valchiria di Wagner alla Scala di Milano è piaciuta molto.

Il regista belga Guy Cassiers e lo scenografo-light designer Enrico Bagnoli hanno felicemente calato nella contemporaneità l’opera wagneriana, evocando attraverso immagini e tecnologia uno spazio innovativo intriso di leggerezza e di emozioni. Un’interessante e sperimentale interazione tra ‘contenuto’ e ‘contenitore’.

Valchiria1 da il giornale

Foto 1 da La Repubblica

Foto 2 da Il Giornale

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Sempre stimolanti e carichi d'emozione gli spunti di riflessione che i fratelli Campana lanciano con i loro progetti. Ricchi di riferimenti trasversali, attingono per le loro idee ai temi più svariati che vanno dal riciclo dei materiali al ripensare completamente l'uso degli oggetti e dello spazio, partendo dalla vita di strada per esempio. Sono talmente tentacolari che a noi , in uno slancio dell'inconscio, hanno fatto ripensare alle installazioni di Lebbeus Woods.

Da vedere, Anticorpi Antibodies alla Triennale di Milano fino a metà gennaio circa.

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Asymptote nel futuro...

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Abbiamo visto meraviglie dello studio newyorkese durante l'ultimo Gran Premio di Formula 1 nel circuito di Abu Dhabi. Erano davvero emozionanti le inquadrature che riprendevano lo Yas Hotel, futuristico complesso architettonico progettato appunto da Hani Rashid e Lise Anne Couture. Il progetto si componeva di due complessi alberghieri a torre ed un ponte dalla struttura in acciaio a monoscocca passante al di sopra del circuito. Il linguaggio architettonico fluido associava l'idea di estetica alla velocità ed al movimento. Lo stesso linguaggio lo si ritrova in questo progetto vinto dagli stessi Asymptote per il concorso kaohsiung port terminal 2010 di Taiwan.

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Forme plasmate dall’acqua

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L'International Conference Center a Dalian in Cina dei Coop Himmelblau segna un’importante trasformazione che la città portuale sta attraversando.

Sorprendente per dimensioni e ricerca formale, i suoi volumi sembrano plasmati dall’acqua e la loro distorsione sembra rigenerare l'illusione ottica di movimento che si ha osservando un solido immerso in un liquido.

La nuova struttura si sviluppa su 117.000 m2, inglobando una sala conferenze flessibile con una capacità di 2.500 posti, un teatro per 1.600 persone, un centro espositivo e un parcheggio sotterraneo. Il suo completamento è previsto per la fine dell'anno.

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via Designboom